Gravina in Puglia. La nostra città

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GRAVINA IN PUGLIA (BARI)

fonte it.wikipedia.org

Gravina in Puglia (Σίδις in peuceta o mediterraneo, Σιλβìον e poi Σιδìον in greco, Silvium in latino, Gravëìnë in dialetto gravinese, erroneamente noto come Gravina di Puglia) è un comune italiano di 43.654 abitanti della provincia di Bari, in Puglia. Ospita la sede del Parco Nazionale dell'Alta Murgia.altamurgia.jpg
Il toponimo di Gravina proviene dalle gravine: sono spaccature della crosta terrestre simili a canyon, con dei profondi fossati che terminano nel torrente. Sul motto riportato sul gonfalone cittadino vi è scritto “Grana dat et vina" (trad. "Offre grano e vino"), attribuito alla città da Federico II del Sacro Romano Impero, il quale amava questa città tanto da definirla "giardino di delizie". Egli, infatti, fece realizzare in loco un castello, del quale restano oggi soltanto i ruderi, residenza utilizzata molto per le battute di caccia.

Il comune di Gravina è situato all'estrema propaggine dell'entroterra barese, e delimita a sud-ovest il confine tra Puglia e Basilicata. Ha un'estensione territoriale di 381,30 chilometri quadrati che ne fanno il 23° comune italiano per estensione territoriale.
Dal punto di vista orografico, fa parte della Murgia occidentale (7,587 km²), con altitudine media minima di metri 262 e massima di metri 664 (Torre Disperata). Parte della città si estende sulle sponde di un crepaccio profondo, molto simile ai canyon, scavato nella roccia calcarea da un fiumiciattolo, il torrente Gravina, affluente del Bradano, da cui prendono il nome le famose gravine della Murgia, in un territorio caratterizzato dalla presenza di numerose cavità carsiche, come il profondo Pulicchio di Gravina.
La vegetazione comprende numerosissime specie (pseudo steppe mediterranea - sulla Murgia) a cui si contrappongono interminabili uliveti e vigneti, ma la coltivazione del grano duro è una tra le peculiarità più note del territorio. Il Bosco comunale Difesa Grande con i suoi 2.000 ettari è uno dei più importanti complessi boscati dell'intera Puglia. Situato a 6 km dal centro abitato di Gravina, nel medio bacino idrografico del fiume Bradano.
La caratteristica di questo paese è di non essere visibile in molti punti esterni, data la presenza di alti rilievi.
Proprio grazie alla posizione strategica, Gravina può vantare una storia antichissima; il suo territorio risulta essere stato abitato già dal Paleolitico antico, data l'alta presenza di acque nel torrente della Gravina, mentre i resti più consistenti risalgono al Neolitico, sin dal 5950 a.C. (Casa Paolo e Ciccotto).
Gli insediamenti più antichi sono stati individuati nelle contrade di Botromagno, S.Paolo, Vagnari, S.Stefano e S.Staso (paleocristiano).
I toponimi SidisSìlbionSidìonSilviumPetramagna o Botromagno (nome della collina dove si è sviluppato l'antico abitato) e i nomi degli antichi indigeni, quali SidiniSilvini, attestano che la città subì la colonizzazione peuceta, prima, e greca, poi. In seguito, la conquista romana, come confermato anche dagli evidenti scavi archeologici, le necropoli e i relativi corredi funerari.
Fu anche facile preda dei visigoti di Alarico e dei vandali di Genserico nel V secolo a.C.. Distrutto il centro abitato, uno sulla pianura di Botromagno e l'altro sul ciglio del burrone, la popolazione si trasferì nel sottostante burrone, dove alle grotte preesistenti costruirono altre abitazioni, dei cui resti sono visibili attraversando il Ponte Acquedotto degli Orsini.
All'epoca di Alessandro il Molosso, divenne polis con diritto di coniare monete (Il Σιδìνον, moneta rarissima con soli 2 esemplari, di cui uno conservato nel museo della Fondazione E. P. Santomasi, e l'altro al British Museum di Londra). Dopo che i sanniti furono sconfitti dai romani durante la terza guerra sannitica (306 a.C.), divenne municipium romano, importantissima stazione della via Appia.
Con la caduta dell'Impero Romano d'Occidente, seguì le vicende dell'intera Italia, passata attraverso l'effimero dominio dell'erulo Odoacre, il regno goto e, infine, all'inizio del V secolo, la riconquista dell'Impero ad opera di Giustiniano. Durante lo stesso secolo fu inglobata nel dominio dei nuovi invasori Longobardi, sino all'avvento dei Normanni. Intorno al 1006 fu contea con Accardo, padre di Umfrido. Questi nel 1091 ricostituì la diocesi e consentì la costruzione della cattedrale presso il castello, sul ciglio della "Gravina" tra i rioni, Piaggio e Fondovito.
Le famiglie degli Aleramici e dei De Say la elevarono a Marchesato; Federico II del Sacro Romano Impero, con Gilberto d'Aigle, la mise a capo del Giustizierato di Terra di Bari, ponendola in primo piano tra le città di Puglia per le sue ricchezze e bellezze naturali. Infatti, la sua contea comprendeva gli attuali territori dei comuni di: Altamura, Ruvo, Bitetto e Grumo.
Dal 1267 al 1380 fu feudo degli Angioini ora d'Angiò, ora d'Ungheria. In questo stesso periodo, Gravina divenne città demaniale e feudale. Conobbe il Cristianesimo nel I secolo d.C. e fu evangelizzata da BasilianiBenedettiniFrancescaniDomenicani. Nel XIII secolo giunsero i monaci degli ordini cavallereschi: Templari e Cavalieri Gerosolomitani, che furono possessori di case e territori di grandi estensione. Nel XIV secolo divennero feudatari gli Orsini di Roma. Successivamente si avvicendarono i discendenti delle case Del Balzo e Anguillara, di Taranto e Solofra. Francesco Orsini, prefetto di Roma, elevò il feudo di Gravina in Puglia a ducato.
001.pngGli Orsini furono signori dal 1380 al 1816. In questo lungo arco di tempo la città subì le prepotenze feudali, dell'alto clero e dell'oligarchia locale. La città è molto nota in quanto nel 1649 vi nacque Pietro Francesco Orsini(il futuro Papa Benedetto XIII). La situazione si aggravò durante il periodo borbonico, quando aumentarono angherie e violazioni di elementari diritti umani, tanto che Gravina contò molti rivoluzionari e patrioti dal 1789 sino all'Unità d'Italia, con una "vendita" carbonara. Protagonista delle vicende storiche di fine Ottocento ed inizio Novecento, contribuì moltissimo all'Unità d'Italia con patrioti e martiri delle guerre d'indipendenza e della prima guerra mondiale. Infatti, nella villa comunale, è stato dedicato loro un monumento dei caduti. La città fu in parte danneggiata dai bombardamenti degli aerei tedeschi durante il secondo conflitto mondiale. Ancora oggi nella città di Gravina prende luogo la Fiera San Giorgio, che si ripete ogni anno dal 1294 (in aprile). Essa è una delle più antiche fiere d'Italia e nel mondo.
Gravina è fortemente legata alla città di Taranto, poiché venne utilizzata come avamposto contro i romani. Infatti, nella testimonianza che ci rimane di Diodoro Siculo, nel 306 a.C., i romani saccheggiarono e distrussero l'antica Silvium. Pochi anni più tardi fu distrutta anche Taranto.
A livello protostorico, Gravina risulta essere di gran lunga più antica rispetto agli altri comuni pugliesi. Difatti, la presenza delle Gravine sono un'importantissima testimonianza di come la presenza dell'uomo, attratto anche dal paesaggio, è molto più che millenaria, anche perché l'acqua è stata sempre fonte importante per la vita e la sopravvivenza di quest'ultimo. La sua importanza si avvicina anche ai comuni che hanno le Gravine, come Matera, Ginosa, Laterza e Palagiano.

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