Assisi 2015 saluta con dei tweet dai tavoli di lavoro. Il presidente Achini “Csi, primo ente di promozione in fatto di attività sportiva documentata”


ASSISI (PG) - Domenica 6 dicembre è la giornata conclusiva del meeting Csi Assisi 2015. Alla Domus Pacis è Don Simone a condurre l’iniziale momento di spiritualità, chiuso dal canto del celebre tenore Frate Alessandro, applauditissimo nel suo “Fratello Sole, Sorella Luna” accompagnato dalla chitarra acustica di Marco Spaggiari dei Controtempo. E’ tempo di conclusioni. Prima però c’è il saluto di Mons. Vittorio Peri, per lunghi anni consulente ecclesiastico nazionale del Csi.
“Al Csi dico di coniugare l’impegno di ogni giorno – l’indicazione di don Vittorio - che ci viene donato, di servizio, di promozione nel presente, ma senza dimenticare la prospettiva di ciò che ci aspetta, sintesi tra immanente e trascendente, tra ciò che passa e l'eterno. Un impegno non out - out, ma et - et come si addice ad un cristiano. Vivere nelle situazioni penultime con il cuore verso le situazioni ultime”.

La giornata centrale di Assisi 2015 aveva visto protagonisti i tavoli di lavoro, impegnativi e testimoni di un confronto vivace su 10 tematiche attuali, dai quali ciascun coordinatore ha sintetizzato in tre tweet immediati, in attesa che vengano raccolti i materiali al completo.

Tocca come sempre al presidente nazionale Massimo Achini, l’atto finale del tradizionale meeting, alla sua 15ma edizione negli ultimi 16 anni.

“A 4320 ore dalla fine di questo secondo mandato – esordisce Achini - alla guida del Csi sono cento volte di più emozionato su questo palco. E’ come essere all’ultimo km di una gara di atletica. Vorrei che questo ultimo tratto di strada condurlo come si fa con gli amici in compagnia per un caffè. Vero, intenso, con l’aroma ed il profumo, e con quel retrogusto di quanto abbiamo gustato in questi anni. Per dirla sportivamente, in questa speciale ‘zona Cesarini’ la sensazione è di avere fatto gol con questo Assisi diverso “alla luce del sole”, non secondo a nessuno, così ricco di riflessione, confronto libero, amicizia, intensa e significativa. Qualche confidenza, in questo momento finale, vorrei farla partendo dall'essere consapevoli dei regali che abbiamo ricevuto. Il primo è quella passione educativa, genetica in ciascuno di noi del Csi. Come il colesterolo buono ti salva le arterie, quella passione ci regala pezzi di vita che non abbiamo nel cuore, ma sta nel nostro Dna. Il secondo regalo è lo sport, quello sport che ha fermato le guerre, con cui Nelson Mandela ha voluto combattere l'apartheid in Sudafrica. Ci hanno regalato ciascuno chissà per quali vie vi sia arrivato il Csi, un modo di vivere e combinare i primi due regali. Chi siamo noi per meritarci questo premio? Siamo consapevoli della grazia che ci è stata fatta? Hanno scelto noi. Ci sentiamo missionari del Vangelo. Inarrestabili, quando il Csi diventa comunità educante ovvero di altissimo livello come tensione educativa. Lo sport è fatto di talento. Se tu riesci a fare squadra, riesci a compensare mancanze di tipo atletico. Chi fa squadra, vince veramente. Più noi riusciremo ad essere comunità educante, più andremo avanti alla grande. E lo faremo meglio generando sempre più attività sportiva. Cresciamo ancora, proviamo a crescere ancora in attività sportiva per il desiderio di arrivare al cuore dei ragazzi”

Ed ecco poi tutto l’orgoglio del presidente Achini. “Con le nuove normative fatte dal Coni, di legalità e trasparenza possiamo dire, che nella rendicontazione di ciò che è il principio generativo per il Csi , ovvero in fatto di attività sportiva, carta vincente, siamo oggi risultati il primo ente di promozione italiano. Siamo perciò chiamati in questo contesto ad abbracciare e prendere per mano lo sport italiano.

Un’ ultima riflessione che faccio – prosegue il numero uno nazionale, è sull’auspicio che il Csi possa offrire una scuola di formazione permanente in futuro. Che ci permetta di accompagnare e sostenere le persone. Un Csi che trovi sempre terze vie, nello sport, nella chiesa, nel contesto. Una cosa sul futuro: la chiave di volta saranno le persone che si siederanno per terra per un servizio umile.

Non dimentichiamo che il vero potere è il servizio, umile, con una raccomandazione materna, dolce e il Papa ci dice di esercitarlo con la forza della tenerezza, espressione dell'amore. Mai avere timore della bontà e della tenerezza”.

fonte csi-net.it

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